TASI – IMU

imagesIn attesa che diventi realtà il piano del Governo per fondere Imu e Tasi in una “tassa unica”, i proprietari di immobili devono confrontarsi con le due imposte in vista dell’acconto Tasi di giovedì prossimo, 16 ottobre. Un problema che riguarda soprattutto gli edifici in comproprietà o per i quali i contribuenti si trovano in condizioni diverse. Si pensi, ad esempio, alla casa posseduta da due fratelli in cui risiede solo uno dei due:  il primo dei due contribuenti potrà considerare la casa come abitazione principale, e sulla propria quota di possesso pagherà la Tasi con l’aliquota e le eventuali detrazioni locali in somma piena, sempre che il Comune non abbia azzerato l’imposta (l’ha fatto circa il 10% dei sindaci) e sempre che la casa non si accatastata in una delle categorie di lusso A/1, A/8 e A/9, che pagano anche l’Imu (ma qui si tratta solo dello 0,2% delle abitazioni); il secondo comproprietario, invece, dovrà pagare sulla propria quota l’Imu con l’aliquota prevista per le case a disposizione. Ma potrebbe dover versare anche la Tasi, se il Comune – come capita in una città su due – applica la Tasi anche su questi immobili, fermo restando il limite massimo delle due aliquote sommate tra loro (10,6 per mille “ordinario” che può arrivare fino all’11,4 per mille se il Comune ha sfruttato tutti i margini d’aumento previsti dalla legge).